E.P.A. Extreme Performance Art
La nuova stagione dei “mercoledì delle Officine Beat”, il nostro appuntamento di arte e cultura, si apre all’insegna dell’estremo con la mostra fotografica di Enrico Ocirne Piccirillo.
L’artista presenterà i suoi ultimi lavori che rimarranno esposti come di consueto per due settimane nel nostro locale.
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LA MOSTRA
Gli scatti proposti rapppresentano una vera e propria sfida dei sensi, che non si traduce in un voyeurismo passivo e cruento, ma vuole semmai rievocare il senso dei rituali tribali.
I lobi deformati e i tatuaggi, ora fenomeno di massa omologante, appartengono alle culture africane, così come i ganci e i chiodi a cui si appendono gli artisti rappresentano un retaggio ancestrale del fachirismo orientale volto più ad una manifestazione dello spirito che a un’esibizione della sofferenza.
Il percorso della mostra, ampliata attraverso il “QR Code”, è concepito come una finestra virtuale che si affaccia sulla storia antica di riti quasi dimenticati e volutamente studiati e rivisitati da un manipolo di artisti che sfidano non solo se stessi ma il significato stesso dell’arte performativa.
Il fine della mostra è mettere in comunicazione i visitatori con l’onda di ritorno emozionale che questo tipo di performance trasmette: la purificazione dell’umanità attraverso il ritorno alle proprie radici. Gli stessi artisti hanno deciso di evolvere i riti degli avi attraverso situazioni e oggetti del terzo millennio – il rum, ad esempio, prende il posto della pozione del santone.
Non è una gara allo scatto più cruento, ma una carrellata informativa di una sub-cultura che ha come filosofia la stretta coesione tra la carne e lo spirito. Ma è sempre la mente a dominare quello che, solo apparentemente, è il trionfo della materia.
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L’ARTISTA
Enrico Ocirne Piccirillo cade sul pianeta Terra nel 1982. Nel corso della sua vita muore e risorge diverse volte.
E’ nell’ultimo risveglio che nasce la passione per la fotografia: un modo per dare materialità a tutti i suoi scatti mentali. Per gli odori sta ancora lavorando.
Gli scatti di “E.P.A. Extreme Performance Art” sono una delle sue migliori parentesi fotografiche.
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